14 gennaio 2012

 

Doomsday (Giudizio Universale). Scienziati atomici pazzi? No, ma se avessero più giudizio…

Fine del mondo New York “Anche gli scienziati atomici ragionano in modo peculiare”, intitola una sua nota Roberto Vacca. Tipico, voleva dire. Ma l’etimologia è irresistibile: peculiare deriva dal latino peculium, cioè il patrimonio, che all’origine della nostra Storia era costituito (tutte le nostre civiltà erano di pastori, non dimentichiamolo) dal gregge di pecore. Ecco, appunto, qui vogliamo arrivare, come si vedrà in fondo a questo commento.

Perché gli scienziati atomici o nucleari (c’è tra i due termini qualche minima, impercettibile, ma comunque inquietante differenza semantica) sembrano comportarsi nei loro blog e siti come goliardi con la testa tra le nuvole e l’ironia facile? Ma non sanno di maneggiare roba che è peggio del tritolo? Da che cosa gli deriva tutta questa ironia leggera, tutto questo sense of humour?

Niente a che fare col dr. Stranamore del cinema, però lascia un po’ interdetti il loro gioco catastrofista, molto anglosassone e molto “IgNobel”, per rifare il verso al divertente anti-premio Nobel della scienza goliardica, che consiste nel prevedere l’ipotetico “ultimo giorno” di vita sulla Terra, una sorta di giorno del biblico Giudizio Universale (e poi dicono che gli scienziati sono atei: nelle barzellette sono credenti, eccome…). Possibile? Ma si.

“Perché, si sa, signora mia, con tutte queste guerre, questi dittatori islamici, e ora anche – Dio non voglia – con i cibi Ogm, tutte ‘ste malattie che girano oggigiorno, e ora pure il cambiamento climatico, davvero non si sa dove andremo a finire… La fine del Mondo, davvero!”.

Ecco, se queste sparate, in cui viene mescolato un po’ di tutto in un  tipico minestrone da brava casalinga, le dice la sciura Cesira o la sora Barbara del terzo piano, può andar bene: farà parte del colore, diciamo così, ambientale di un tipico condominio di periferia. Ma che le dicano, facendo finta di scherzare, degli scienziati, e per di più atomici, non si sa se fa più pena o paura.

E se poi questi scienziati atomici sono o “fanno” gli Americani, sono dolori. Ecco il mito tutto United States e goliardico del Doomsday, come adattamento nuclear-ecologico della passione morbosa che i più infantili degli anglosassoni hanno per i disastri, le auto-scontro, le esplosioni, le grandi sparatorie e stragi da film.

Così – perché nelle cavolate sono precisi e minuziosi – è nato addirittura il Doomsday Clock, un vero e proprio indicatore a tempo della autodistruzione dell’umanità “calcolato” (si fa per dire) dal Bullettin of Atomic Scientists, come se fosse uno studio serio.

Gli scienziati atomici hanno messo nello stesso mazzo dati sulla proliferazione nucleare, il cambiamento del clima (e il pericolo paventato del riscaldamento globale), i dati delle scienze biologiche sugli alimenti, le grandi malattie, compresi virus ed epidemie, farmaci, bio-diversità, e anche la bio-sicurezza, cioè le difese organizzate dalla scienza contro questi nuovi “flagelli” medievali del XXI secolo. Ne è venuta fuori una sorta di equazione ipotetica folle che vorrebbe dirci, per la felicità morbosa dei tanti masochisti, quanto manca alla “autodistruzione globale”.

Insomma, uno studio (e un pensiero) “peculiare” – gli scappa detto al nostro Vacca – infatti hanno mescolato pecore e cavoli, facendo solo un gioco goliardico, un’astrazione di fantasia degna dei vari film apocalittici di Hollywood, non per caso con lo stesso nome: Doomsday (Nido d'amore), film del 1928, Superman Doomsday, film d'animazione del 2007, Doomsday (Il giorno del giudizio), film del 2008, 2012 Doomsday, altro film del 2008.

Fatto sta che con questa fissazione della spettacolarizzazione della scienza come nel cinema per palati adolescenziali di bocca buona si danneggia, non si facilita la divulgazione scientifica, e non si corregge neanche la tendenza ecologica. E a nulla servono gli scienziati goliardici, spesso più dannosi degli scienziati pazzi.
Ecco sull’imbarazzante argomento, una breve nota-commento, perfino troppo moderata, di Roberto Vacca.
NICO VALERIO

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“Il Bulletin of Atomic Scientists pubblica da decenni l'ora segnata dal Doomsday Clock, orologio del giorno del giudizio. Questo disastro finale fu fissato immaginosamente a mezzanotte. Le lancette di questo orologio virtuale venivano avvicinate alle 24 tanto più quanto più numerose e distruttive erano le armi nucleari e quanto più tesa era la situazione internazionale, aumentando la probabilità di un olocausto nucleare.

Due giorni fa il Bulletin ha avanzato le lancette da 6 a 5 minuti prima della mezzanotte per i seguenti sintomi: "clear and present dangers of nuclear proliferation and climate change, and the need to find sustainable and safe sources of energy, world leads are failing to change business as usual. Inaction on key issues including climate change, and rising international tensions motivate the movement of the clock."

"L'inazione su problemi chiave incluso il cambiamento climatico"  non ha
ovviamente alcun rapporto con un conflitto nucleare generalizzato [che
potrebbe far esplodere l'equivalente di 700 kg di TNT per ogni essere umano]. Triste confusione.
ROBERTO VACCA


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