22 maggio 2009

 

Ecco il prototipo di “casa attiva": genera più energia di quella che consuma

Non siamo tra quelli che danno ad intendere che il problema ambientale si risolve costruendo nuove case "in stile ecologico" (vedi certo snobismo estetizzante d'una parte della cosiddetta "bio-architettura") o che anziché assorbire energia la producono in eccesso. Come se ecologia volesse dire energia e non stile di vita, e come se la Natura anziché stare a cuore a tutti gli uomini, fosse ridotta ad una competenza professionale in più per i soliti "mani-in-pasta" (ingegneri, architetti e geometri) che così gravi responsabilità hanno avuto finora nello squallore estetico-urbanistico-sociale delle nostre città, e nella distruzione del territorio. Questo è proprio quello che industria e corporazioni vorrebbe far credere. L'industria della pseudo-ecologia.
Però, sul piano del risparmio energetico è un grande vantaggio di partenza che si inizino a costruire prototipi sperimentali di case davvero autosufficienti, come riferisce Francesco Tortora su Corriere online di oggi. Per ora, un po' bruttini ed esteticamente gelidi e impersonali, però dei bravi architetti in futuro potranno fare meglio, soprattutto tenendo conto del paesaggio e delle tradizioni dei vari Paesi europei. La foto è tratta dal Guardian.
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La prima "casa attiva" a emissioni zero: genera più energia di quella che consuma
È stata costruita a Lystrup, vicino Aarhus, in Danimarca. La progettista: «Stiamo costruendo un'idea». L'unica pecca è il prezzo: l'abitazione costa circa 570.000 euro
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Aarhus (Danimarca) - Produce più energia di quella che consuma, ha un computer centralizzato che controlla temperatura e clima degli interni ed è superecologica. La prima "casa attiva" (Active House), abitazione che usa tecnologie innovative in grado non solo di rendere gli alloggi autosufficienti da un punto di vista energetico, ma anche capaci di produrre energia in eccesso, è stata costruita a Lystrup, quartiere periferico di Aarhus, in Danimarca. Un giornalista del quotidiano inglese Guardian è andato sul posto per vedere questo gioiello tecnologico a emissioni zero.
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RISCALDAMENTO ED ELETTRICITA'
La parte del tetto che si affaccia a sud è coperta completamente da pannelli solari e da cellule fotovoltaiche: l'energia assorbita dai primi sarà utilizzata per riscaldare la casa, mentre le seconde convertiranno l'energia dei raggi del sole in elettricità. Il computer controllerà le temperature interne ed esterne e automaticamente aprirà o chiuderà le finestre quando è necessario. L'energia in eccesso potrà essere venduta dai proprietari della casa agli enti pubblici della zona e secondo il Guardian in 30 anni, i guadagni ottenuti dovrebbe coprire la somma versata per costruire la casa.
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CONVENIENZA
Secondo gli studiosi questo tipo di abitazione è molto più conveniente delle cosiddette "case passive", molto di moda in alcuni Stati ecologisti, come l'Austria, la Germania e i paesi scandinavi. Le case passive riescono ad ottenere «il benessere termico> grazie alla particolare forma dell' edificio che consente di risparmiare circa l'80 per cento dell'energia rispetto a una casa normale (in queste abitazioni è quasi nullo l'utilizzo di elettrodomestici o di impianti convenzionali come i termosifoni o le caldaie). Tuttavia, le case attive, grazie alla loro innovativa tecnologia riescono a far meglio perché producono un eccesso di energia e sono completamente ecologiche. «Molte persone credono che se una cosa è ecologica, deve essere per forza complicata» afferma Rikke Lildholdt, project manager che ha ideato questa casa attiva. Invece secondo la progettista non vi è nulla di complesso: «Si tratta di vivere una vita confortevole in una casa che produce più energia di quella che usa» dichiara entusiasta la Lildholdt.
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PRIMA FAMIGLIA
Quella dei Simonsen sarà la prima famiglia a vivere in questa casa supertecnologica. In tutto, il nucleo familiare è costituito dal Sverre, il capofamiglia, Sophie, sua moglie e due bambini, uno di otto anni e l'altro di sei. Si trasferiranno il prossimo primo luglio e resteranno nell'abitazione circa un anno. Durante questo periodo scriveranno giorno dopo giorno un diario per raccontare le loro impressioni e il loro rapporto con la casa. Alla fine l'unica pecca sembra essere il prezzo, forse un po' eccessivo: la casa costa circa 570.000 euro, ma secondo Lildholdt quando diventerà un "prodotto commerciale" il suo prezzo non supererà quello di un normale trilocale. Attualmente altre nove case attive sono in costruzione in Europa. «Non stiamo costruendo case. Stiamo costruendo un'idea» commenta orgogliosa la Lildholdt.

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Comments:
Interessante. Anche se tutto verrebbe lasciato all'iniziativa del proprietario della casa. Qui in Italia c'è però il problema dei grandi palazzi multifamiliari di città. Interi quartieri con 100 mila persone e più. Quindi servono molte piccole centrali locali.
 
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