10 dicembre 2007

 

Ambiente e uso delle strade. Niente bollo auto: si pagheranno i km percorsi

Perfino i manuali di scienza delle finanze lo raccomandano, ma i governanti fanno orecchie da mercante. Le tasse giuste dovrebbero essere commisurate non al teorico potere di spesa del cittadino o d’una classe di cittadini (concetto vetero-socialista), ma all’effettivo uso o godimento dei servizi pubblici che il singolo cittadino fa durante l’anno (concetto liberale). Purché questi servizi pubblici siano validi.
Non dimentichiamo che le tasse sono nate come controprestazione: lo Stato, su volontà dei cittadini, prende da loro, insomma "fa colletta", per realizzare servizi pubblici per i cittadini, quei servizi che i singoli anche collegati non possono fare. Per liberali, ricordiamolo sempre, le tasse vanno ridotte al minimo indispensabile, in coerenza con la richiesta d’uno Stato efficiente ma ridotto ai servizi essenziali per garantire e favorire proprio le libertà e i bisogni essenziali dei singoli cittadini.
Ma se tra le tasse esiste una categoria ingiusta, è quella delle "tasse uguali per tutti", per esempio il bollo sulle auto. Che l’auto resti ferma in garage, o che sia l’auto di lavoro d’un rappresentante di commercio che fa centinaia di chilometri al giorno, allo Stato ottuso non interessa. Purché tutti paghino questa assurda tassa sul possesso.
Eppure, un’automobile che rispetta il proprio nome, cioè corre ogni giorno "consuma" molto: manto stradale, segnaletica, lavoro di personale addetto al traffico, polizia specializzata, caselli autostradali, inquinamento urbano chimico e acustico, occupazione di suolo pubblico, rallentamenti del traffico, stress collettivo, incidenti e spese sanitarie, danni e spese per assicurazioni ecc. Insomma, partecipa d’un costo induttivo dell’ordine di miliardi di euro all'anno per la cittadinanza. E invece paga una tassa esigua, simbolica, pari a quella d’una automobile ferma – una contraddizione, ma non è un caso isolato – o che percorre pochi chilometri a settimana.
E invece, per disincentivare l’uso sconsiderato dell’auto, basterebbe eliminare la tassa sul possesso, che è di vago stampo sovietico, e far pagare le tasse di circolazione e perfino servizi autostradali, multe e assicurazioni, in ragione dei chilometri effettuati realmente o virtualmente (carta prepagata, iscrizione preliminare in un registro di classi di percorrenze, scatola nera a bordo o quant’altro la tecnologia all’avanguardia suggerirà).
Timidamente, la solita Olanda, Paese sempre all’avanguardia nel definire le nuove libertà e rafforzare le vecchie, ha preannunciato il pagamento del bollo auto in ragione del percorso realmente compiuto dal mezzo. Peccato che l’iniziativa liberale parta solo dal 2011. Perché? Anche nella civile Olanda le lobbies conservatrici non perdonano, e ci vogliono anni per piegarle?
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Foto. Confesso un conflitto d'interessi: l'immagine dell'auto antica è quella del modello di Mg-Tc che ho io. Non è la mia, che anzi, modestia a parte, è più bella, come si può vedere nel blog personale, ma ha lo stesso colore. Le auto d'epoca, comunque, sono dei musei viaggianti, testimoniano la cultura, la tecnologia e l'artigianato d'un tempo. Vogliono da parte dei proprietari una speciale cura nella manutenzione, un minimo di cultura estetica, spesso restauri complessi e con una certa ricerca filologica (tempo e soldi che lo Stato, anzi, dovrebbe rifondere). Non hanno un grammo di plastica. E non inquinano, perché camminano pochissimo: nessun rappresentante di commercio ci gira l'Italia. Perciò sono per la liberalizzazione totale delle auto pre-anni 50 anche nei centri storici. All'opposto, vieterei tutti i camion e i pullman, e metterei tasse di 35 euro al giorno ai Suv che volessero girare inutilmente per le città, inquinando e sottraendo spazio prezioso, come sta per fare il sindaco di Londra. E io sono anglofilo...

Comments:
D'accordo, è assurdo che paghino quelli che usano meno i beni di tutti
 
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