06 novembre 2006

 

Gli errori di neo-cons e liberisti ultrà su Natura e ambiente

Non bastava la Sinistra e il post-marxismo che hanno strumentalizzato per decenni la Natura e l'ambiente? Ora ci si mette in forze anche la Destra. E che Destra! Quella che si spaccia per "liberale" (ma che del liberalismo ignora i tanti diritti di libertà collegati alla vita sana e al godimento della Natura) che in questi ultimi tempi sta dedicando le sue morbose attenzioni alla "ecologia di mercato", nientemeno.
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In realtà, si scopre subito che questi neo-liberisti ultrà agiscono per una moda, un processo imitativo. Non sono veri liberali, all'europea, ma piuttosto, ad imitazione degli Stati Uniti, dei neo-cons, che sta per i cosiddetti "nuovi conservatori" Usa, si badi, non per "nuovi liberali". Insomma torna Carosone col satirico "Tu vuo' fa' l'americano", oppure Alberto Sordi nel famoso film.
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Tutto lascia ritenere che le tante adesioni nei blog su internet alle teorie super-liberiste, da applicare ad occhi chiusi a tutto, Natura compresa (anzi, dovremmo dire "a cominciare dalla Natura", perché è la più indifesa, visto che non riescono ad applicarle neanche alla Telecom, all'Alitalia o ai taxi...), nascondano in realtà motivazioni politiche. Sono per lo più i conservatori ad appoggiare le teorie liberiste sposate come dogmi, perché sono viste come collegate alla politica di Bush e dei repubblicani americani. Colgono, in altre parole, del mercato una inesistente valenza politica ed ideologica. Come se il mercato fosse il pugno meglio assestato alla Sinistra. Ma non è più così ormai.
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Gli sfugge - ecco l'ignoranza della Destra - che per noi liberali il mercato e il liberismo sono solo "mezzi", "strumenti" anodini, neutrali, privi di qualsiasi valore ideologico. Da utilizzare al meglio e nei modi opportuni. E non certo al patrimonio naturale o ai monumenti simbolo. Così come neanche un commerciante mette sul mercato la fotografia del primo amore, l'orologio del padre, il diploma di laurea, o le stoviglie di casa..
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Macché, per certi ottusi "liberisti" neo-convertiti (non è, per caso, che prima fossero del Msi o di AN, per caso?), il mercato sarebbe un dogma che si applica a qualunque cosa, anche alle cose più preziose, patrimonio dell'Umanità, in modo rozzo e coattivo. Questa si chiama stupidità. E in quanto a valenza politica, ignorano che, se è per questo, la Sinistra ha già scoperto e sta già ampiamente usando il mercato, perfino nell'ecologia. Non c'è bisogno di andare in Cina o nella Russia di Putin, basta vedere Legambiente.
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In più, non essendo esperti di scienze naturali o di climatologia (ripeto, l'ignoranza della Destra è proverbiale in questi e altri campi), compiono anche l'errore psicologico di ritenere che la posizione "liberale" sull'ambiente debba essere sempre moderata, revisionista o addirittura negazionista. Ma chi l'ha detto? Forse che i liberali negano la cristallografia o la fisica dei quanti? Oppure i liberisti mettono in discussione l'analisi delle varie sostanze in gascromatografia perché "troppo esagerata", anzi "terroristica", visto che rivela facilmente ogni genere di sostanza tossiche? Vogliono per caso regalare l'intera chimica, la fisica, e tutte le scienza sperimentali alla perfida Sinistra? Per tenersi tutt'al più solo l'economia? Sù, non siano ridicoli: la libertà della scienza, un tempo era il fiore all'occhiello della cultura liberale.
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Ammettano, perciò, che sono caduti in un grossolano equivoco parlando di cose più grandi di loro, come, ambiente, ecologia, Natura, fonti energetiche, inquinamento, beni esauribili, specie vegetali e animali. Oppure rivelino finalmente il vero scopo della loro strana attenzione all'ecologia: una infiltrazione che nasconde in realtà una vera e propria campagna "contro l'Ambiente e contro la Natura", con la scusa pietosa dell'incolpevole liberismo economico. Che noi, essendo liberali e liberisti, sappiamo bene non c'entrare nulla con la Natura.
Altro che l'eufemismo di "Ecologia liberale". Espressione troppo bella, che perciò facciamo nostra, meritatamente.
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Se la scienza, o la maggior parte degli scienziati più accreditati, arriva ad una data conclusione dopo uno studio accurato, quella per noi - anche per noi, liberali, liberisti e libertini - rappresenta il punto di partenza, l'ipotesi di lavoro avvalorata, insomma la verità pro-tempore. Verità assoluta no, d'acordo, perché sia il liberalismo, sia la scienza, ammettono che quei dati possano essere contraddetti da altri. Ma se i sedicenti "liberisti" non accettano la signoria della Scienza sperimentale, dove sarebbe l'amore per la scienza che caratterizza i liberali?
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I neo-cons anti-ecologisti che cianciano di mercato in contrapposizione alle scienze della Natura credono che essere liberali e razionali voglia dire diffidare della scienza come i contadini e i preti dell'età pre-illuminista?Quel che è certo è che alcuni di loro pensano che il modo "liberale" corretto di trattare la Natura e il pianeta Terra sia quello di dire sempre "no", ma questa volta alle previsioni della scienza, cioè di non lasciarsi convincere da chi prospetta scenari ecologici negativi, "apocalittici" - mi scrive l'amico Guido Ferretti, di "Rientro Dolce". Insomma, manca poco che chi ama la Natura e giustamente si preoccupa di certe proiezioni, e pretende certe precauzioni e limitazioni, venga considerato come quei pazzi esaltati che in attesa del Giudizio Universale pensarono di rifugiarsi sul Monte Bianco.

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