27 ottobre 2006

 

Governi d'Italia: lo scandalo dei soldi alle finte energie alternative

Lo diciamo subito: Italia Nostra, la benemerita associazione protezionista fondata nel 1955 da Umberto Zanotti Bianco, allievo di Croce e nobile figura di liberale, e dalla figlia stessa del filosofo, Elena, sarà spesso presente sulle pagine di "Ecologia Liberale". Anche perché con la nuova presidenza di Carlo Ripa di Meana, Italia Nostra pare avviata a dimenticare le politicizzazioni ultra-sinistresi dell’èra della "zarina rossa" Desideria Pasolini Dall’Onda, per tornare ad una severa, più scientifica, ma non politica difesa del paesaggio e delle bellezze d’Italia. Senza quelle compromissioni con i partiti e col business finto-verde che invece hanno toccato altri club ambientalisti, come la ex rossa Legambiente.
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E’ appena uscito un bel numero monografico del bollettino di Italia Nostra dedicato ad una inchiesta a più voci sulle opportunità ambientali e sulla convenienza delle energie alternative e-o rinnovabili, in particolare l’eolico, il fotovoltaico e il nucleare.
Tra i tanti articoli interessanti, su cui torneremo, un caustico articolo di Leonardo Libero dimostra che sono stati proprio l’Enel e i vari Governi italiani a boicottare in tanti modi le energie rinnovabili, spesso facendo mostra di incentivarle, come si addice ad un Paese levantino.
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"I Governi dell'inizio degli anni Novanta – scrive Libero – con la Legge 9/91 e la delibera 6/92 del Comitato Interministeriale Prezzi - detta "Cip6" - hanno istituito i sovrapprezzi elettrici "A3", dichiarandoli a sostegno delle fonti rinnovabili. Peccato però che, nella legge e nella delibera, alla parola "rinnovabili" essi abbiano aggiunto "e assimilate", senza fissare criteri chiari per spiegare il significato della "assimilabilità" di una fonte alle rinnovabili. Per cui fra le "assimilate" è poi stato fatto passare di tutto e soprattutto scarti di raffineria petrolifera e rifiuti non biodegradabili E sono le aziende che li usano per produrre elettricità a percepire la maggior parte dell'enorme gettito di quei balzelli.
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Una sostanziale distrazione di fondi pubblici – continua Libero – stimata in una cifra complessiva pari a 60.000 miliardi di lire (equivalente a 2,5 casi Parmalat) dalla X Commissione della Camera, il cui Presidente, Bruno Tabacci, ha definito quei sovrapprezzi "Una tassa occulta in favore dei petrolieri".
"Si consideri ad esempio che solo nel 2004 per superpagare elettricità Cip6 di fonte "assimilata", cioè "sporca", lo Stato ha sborsato 3.511,4 milioni di euro "Cip6". Con i quali si sarebbero potuti acquistare al prezzo di 7.000 euro per kW (cioè carissimi per un tale quantitativo) ben (3.511.400.000: 7.000) = circa 500mila impianti FV da 1 kW connessi a rete, regalarli a chiunque li volesse e portare così in un solo anno l'Italia - che a fine 2003 aveva appena 26 MegaWatt di potenza installata FV - al terzo posto nel mondo a quel riguardo (a fine 2004, il Giappone ne aveva poco più di un milione di MegaWatt, 'la Germania 794mila, gli USA 365mila).
Per fortuna - e per obiettivo merito di Governo e Parlamento - l'articolo 15, n. l, lettera f) della Legge 62 - 18 aprile 2005 esclude ogni possibilità di rinnovo delle convenzioni per "assimilate Cip6". Le quali però hanno ampiezza temporale di 15 anni, per lo più stipulate nel 1992 e scadranno quindi non prima del 2007. Perciò solo a partire da tale anno lo Stato disporrà di fondi adeguati a sostenere seriamente l'utilizzo delle fonti rinnovabili anche nel nostro paese".

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