21 ottobre 2006

 

Ai radicali di “Rientro Dolce” che coniugano ambiente e demografia

Banner di RientroDolceCari amici di "Rientro Dolce"(*), non sono tra voi solo perché da buon naturista pratico dedico le domeniche a camminare tra boschi e montagne. Dove non ho mai incontrato alcun "ecologista" o "verde" noto o impegnato. Da questo capirete che non credo più, ormai, in Italia, alla "parola parlata", cioè alla politica politichese, ai riti avvocateschi. Un po', da scrittore e giornalista, credo ancora alla "parola scritta".

Complimenti per il vostro sito, molti auguri e molta solidarietà da parte di chi, fin da adolescente è sempre stato contemporaneamente un liberale deciso, un radicale e un ambientalista severo. Caso unico in Italia. Un ultrà liberale che… fonda il primo club ecologista, nove anni prima dei Verdi: incredibile. Che inventa il no alla caccia, il mangiar sano, teorico (in vari libri) perfino della terapia con gli alimenti, del vegetarismo e del nudismo. E sono addirittura un "anti-marca", un "no logo": vi dirò un’altra volta perché questa è – nonostante che l’abbiano fatta propria i cretini snob e figli di papà della Sinistra antagonista – una posizione tipicamente liberale e liberista. Di mercato, addirittura. Insomma, una normale, razionale strategia di autotutela dei cittadini consumatori.

Ma, se ci pensiamo bene, un liberale-ecologista (con un Croce che ha promosso il primo Parco nazionale in Italia, i liberali Zanotti Bianco ed Elena Croce che hanno fondato Italia Nostra, i liberali che fondarono il Wwf internazionale, e in Italia i vari ministri liberali dell'ecologia) è meno incredibile di quanto la vulgata rosso-verde a Sinistra e l’ottusità della Destra vogliono far credere (come dico più avanti). Perché l’ecologia, anzi l’ecologismo, è liberale. Direbbe Croce, è liberale o non è. Dirò di più: a parte la sua origine liberale, l’ecologia con i suoi nuovi diritti di libertà riguardo all'ambiente, e soprattutto con la sua teoria dei limiti, è una metafora perfetta della teoria dei limiti dei diritti di libertà tipica del liberalismo.

Con l’occasione del vostro meeting ho aperto un sito, che è anche vostro, intitolato a "Ecologia liberale". Che dovrebbe approfondire la questione teorica del curioso legame tra liberalismo e Natura. E che nel primo articolo introduce appunto il tema dell'origine liberale dell'ambientalismo.

Solo sulla demografia c'è qualche differenza. Voi arrivate all’ecologia dalla demografia malthusiana. Però voi e il mio carissimo amico "Gigi" De Marchi fate un discorso ideologico, di demografia in generale, senza mai distinguere tra Asia ed Europa. Sull’Asia sono con voi, sull’Europa e l’Italia no. Ad un popolo (troppo numeroso, è vero, ma da tanto tempo) di anziani, di nonni, in cui anche i più giovani non fanno più figli, tanto che si è costretti ad importare manodopera legale e illegale, come gli si può dire "limitate le nascite"? E’ perfino ridicolo. Anzi, avete visto la vicenda di Maria, la bambina bielorussa, lo scandalo delle migliaia di adozioni ed affidi? Un popolo viziato e pauroso che non fa più figli (perché è cosa fastidiosa o antieconomica…), ma preferisce comprarli all’estero quando sono già grandicelli. Costano di meno. Una "delocalizzazione genetica" che ha del cinico. A questa gente voi dite di ridurre le nascite? concentriamoci, piuttosto su Cina e India, sull’Africa e il Sud-America. Anche se da buon naturista, so che la Natura, prima o poi si autoregola. E infatti l’incremento di natalità sta diminuendo in Asia, non in modo "dolce", ma anche "per colpa" delle brutali repressioni degli Stati.

Mi concentro, perciò, sulla questione ambientale. Ho messo in alto a sinistra, nel sito Ecologia Liberale, queste poche righe schematiche di programma-manifesto: "L'ecologia è una scienza. Severa e poco accomodante come tutte le scienze. Ma anche l'ecologismo deve tornare ad essere razionale, secondo le leggi della natura e le libertà dell'uomo, che sono fondate sui limiti, cioè sulla ragione. E deve essere il più neutrale possibile, non un altro mezzo con cui fare lotta politica contro gli avversari di classe. L'ecologia, perciò, è liberale, o non è. Perché è super partes. Perché solo dove sono rispettati diritti e doveri è possibile rispettare l'ambiente, perché liberali sono stati i primi ecologi ed ecologisti, e perché natura e ambiente configurano il primo dei diritti di libertà, quello di vivere secondo natura, anzi, di vivere". Il resto lo potrete leggere negli articoli (spero che ci sia anche qualcuno mandato da voi) su questo sito. Auguri.
Nico Valerio
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(*) "Rientro Dolce", che ha sede a Firenze, è un’associazione radicale che si occupa di sovrappopolazione e ambiente. L’apertura del sito "Liberali Italiani" ha coinciso con un convegno di RD. Di qui il saluto agli amici, liberal-radicali e in senso lato ambientalisti. Era il 6 ottobre e il sito "Ecologia liberale" si apriva con un riuscito articolo, scritto di getto direttamente sul blog, che riandata alla fondazione del primo club ecologista italiana, avvenuta in casa radicale nel lontano 1975. Purtroppo, per un errore l'articolo fu cancellato. Dopo questa falsa partenza aspettai una settimana per riaprire il sito.

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